Le Parole dell'Antimafia

di Danilo Chirico

Dal 22 settembre, ogni domenica alle 13.30, su Rai Radio 3

Un racconto inedito delle mafie di oggi con storie, inchieste, luoghi, personaggi dei clan e di chi li combatte. Le mafie si trasformano e si evolvono. Cambiano rimanendo uguali a se stesse. E si mimetizzano, rendendo più difficile distinguerle e contrastarle. Insomma, la cosiddetta linea della palma avanza nel costume, nell’uso delle tecnologie, nella capacità di utilizzare tutte le connessioni che le reti globali oggi mettono a disposizione. “Le Parole dell’Antimafia” è una narrazione originale sulle nuove mafie e la loro capacità di condizionare la vita dei cittadini, dell’economia, delle istituzioni.

Il programma - scritto e condotto da Danilo Chirico, curato da Diego Marras e Laura Zanacchi, in onda dal 22 settembre su Radio 3 ogni domenica alle 13.30 - legge le mafie contemporanee e le azioni di contrasto, utilizzando in controluce le storie del passato e offrendo in questa dicotomia nuove e più attuali chiavi di lettura del presente. Per fare questo Danilo Chirico, autore e conduttore del programma, prenderà in esame parole della nostra quotidianità sulla scorta dell’insegnamento di Giovanni Falcone secondo il quale i mafiosi non sono dei marziani, ma assomigliano spesso al tessuto sociale che li esprime.

Parole e puntate

Smartphone Dai pizzini di carta alle chat criptate, dai messaggi in codice che scorrono sugli schermi tv fino ai social. Come funziona e come si evolve la comunicazione delle mafie? E come cambiano i traffici e gli affari nell’era della globalizzazione? Un viaggio nelle nuove frontiere mafiose passando per Bernardo Provenzano e i rampolli della ‘ndrangheta, i narcotrafficanti internazionali e i neomelodici della camorra.

Consenso C’è stato un tempo in cui è stata popolare l’idea della mafia come portatrice di valori come il rispetto e l’onore, in cui i mafiosi potevano ostentare potenza e impunità. E oggi? Ogni giorno le mafie si fanno portatrici di un vero e proprio welfare parallelo rispetto a quello pubblico. Danno da mangiare, garantiscono l’accesso alla sanità e “assegnano” le cose popolari ai più indigenti. E sono riciclano il denaro sporco: un grosso affare anche per avvocati, commercialisti, notai, consulenti, broker e banche. Il racconto delle loro storie.

Altare Mafiosi con il doppio battesimo, della chiesa e del clan, che si raccomandano ai santi prima di un omicidio, che pagano le processioni e le feste patronali, che organizzano i summit nei santuari. E preti e vescovi che chiudono un occhio, dicono messa nei covi, proteggono i criminali, che sono complici dei clan. La lunga storia del rapporto tra mafia e chiesa. La scomunica del papa e quel “doppio binario” nel clero che nonostante tutto resiste.

Camice La rete di protezione di Messina Denaro e la dinastia dei medici a disposizione del clan Piromalli, gli studenti di medicina che in un anno superano 18 esami e il mafioso che si fa operare alle corde vocali per cambiare voce, il boss “pazzo” Michele Senese e il killer quasi cieco Giuseppe Setola, le fughe dalle cliniche private romane e i troppi milioni fatturati da quelle siciliane di Michele Aiello, la casa del boss Giuseppe Guttadauro e le corsie ospedaliere per organizzare i summit. Ci sono medici mafiosi e medici a disposizione dei mafiosi. E ci sono Asl e ospedali in mano ai clan. Così la salute è diventata la terra di conquista delle mafie.

Le parole successive saranno: Pallone, Baby boss, Cibo, Corteo

Nicola Attadio ©
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